Nel 2021 gli incentivi auto statali sono stati un successo, tranne quelli per le vetture usate che però erano poco attrattivi. Tuttavia la misura dell’Ecobonus, introdotta nel 2019 per un triennio e conclusasi lo scorso 31 dicembre, non è stata confermata nonostante gli appelli della filiera dell’automotive, colpita pesantemente dagli effetti della pandemia e dalla crisi dei microchip. Trapela però ottimismo dopo il recente tavolo convocato a Palazzo Chigi con i ministri dell’Economia, dello Sviluppo Economico, della Transizione Ecologica e della Mobilità, durante il quale si è discusso di incentivi pluriennali per oltre 1 miliardo all’anno.
Un piano per il comparto automotive che preveda incentivi auto pluriennali sin da quest’anno in corso che una serie di strumenti che aiutino le aziende nella transizione verso l’elettrico. È questa l’ipotesi allo studio del Governo sulla base di una doppia proposta del ministro dello Sviluppo Economico, Giancarlo Giorgetti. Per gli incentivi si ragiona su una cifra superiore a 1 miliardo all’anno e l’idea è di finanziare per 3/4 le auto a bassa emissione (elettriche e ibride plug-in) e per 1/4 quelle con emissioni fino a 135 g/km di C02. Per gli interventi a favore delle aziende automobilistiche, incluso l’indotto, si potrebbero utilizzare i fondi del PNRR e del Fondo per lo sviluppo e la coesione.
Giorgetti ha discusso delle sue proposte a Palazzo Chigi il 9 febbraio 2022 con i colleghi Franco, Giovannini e Cingolani: una prima ricognizione utile anche per coordinare i prossimi interventi, con l’impegno a rivedersi tra massimo una decina di giorni. Grazie ai fondi del PNRR, nei prossimi anni il governo dovrebbe mettere sul piatto 7 miliardi di euro per finanziare il passaggio alla mobilità sostenibile, da aggiungersi ai quasi 8 miliardi già stanziati per rinnovare gli autobus, i treni locali, costruire ciclovie e stimolare le filiere industriali.